PIATTAFORMA DELLA CONOSCENZA

RISORSE

Letteratura scientifica

·       Kurnaz L., Kurnaz I.A. (2021), Commercialization of medicinal bioeconomy resources and sustainability, Sustainable Chemistry and Pharmacy, Volume 22, 2021, 100484, ISSN 2352-5541. https://doi.org/10.1016/j.scp.2021.100484

Abstract: Il valore economico delle piante officinali e aromatiche e di altre biorisorse è stato sfruttato per secoli, più recentemente su scala industriale, e il loro impatto sulla salute umana indica una domanda sempre crescente di biorisorse officinali e continuerà a farlo nel prossimo futuro. La produzione industriale di ingredienti officinali a partire da tali risorse non solo mette a rischio la biodiversità delle culture indigene e l’impatto drammatico del cambiamento climatico sulla sostenibilità di queste risorse bioeconomiche, ma genera anche uno squilibrio economico: il valore aggiunto di queste risorse per i Paesi di origine è ancora trascurabile. In questa rassegna discuteremo diverse strategie per combattere questi problemi, tra cui la gestione sostenibile della raccolta commerciale di queste risorse biologiche, strategie di coltivazione alternative e approcci sostenibili di economia circolare, proteggendo al contempo la biodiversità del pianeta di fronte all’imminente sfida climatica.

·       Neha C., Kothari D., Walia S., Ghosh A., Vaghela P., Kumar R. (2023), Biostimulant enhances growth and corm production of saffron (Crocus sativus L.) in non-traditional areas of North western Himalayas. Frontiers in Plant Science. Volume 14-2023. https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpls.2023.1097682

Abstract: L’uso di estratti di alghe marine nei sistemi colturali sta guadagnando attenzione al giorno d’oggi grazie alle loro spiccate proprietà bioattive. Questo studio mira a valutare come la produzione di cormi di zafferano (Crocus sativus L.) sia stata influenzata dall’estratto di alghe marine attraverso diverse modalità di applicazione. Lo studio è stato condotto presso il CSIR-Institute of Himalayan Bioresource Technology, Palampur, HP, India, durante il ciclo agricolo autunno-invernale. Cinque trattamenti con una combinazione di estratti di alghe Kappaphycus e Sargassum sono stati replicati cinque volte in un disegno a blocchi randomizzati. I trattamenti esaminati comprendono T1: Controllo, T2: Immersione dei cormi @ 5% di estratto di alga, T3: Nebulizzazione fogliare @ 5% di estratto di alghe, T4: Inzuppamento al 5% di estratto di alghe e T5: Inzuppamento + spray fogliare al 5% di estratto di alghe. L’estratto di alghe, applicato alle piante di zafferano (T5: immersione dei cormi + spruzzatura fogliare @ 5% di estratto di alghe), ha portato a parametri di crescita significativamente più elevati, con un peso secco maggiore di fusto, foglie, cormi e radici totali per cormo. La produzione di cormi, vale a dire il numero di cormi figli e il peso dei cormi per m2, è stata significativamente influenzata dall’applicazione dell’estratto di alghe, con il valore massimo registrato con il trattamento T5. I parametri biochimici clorofilla, carotenoidi e tasso di fotosintesi sono risultati più elevati in T5, mentre la concentrazione di nutrienti è risultata più bassa in questo trattamento. Gli estratti di alghe hanno migliorato la produzione di cormi, rendendola un’alternativa fattibile per limitare l’applicazione di fertilizzanti convenzionali, attenuando gli effetti sull’ambiente e aumentando il numero e il peso dei cormi.

·       Nicola S., Scarpa G.M. (2022), Le piante officinali – produzione e prima trasformazione. Edagricole – New Business Media. https://www.tecnichenuove.com/prodotto/le-piante-officinali-vol-1/

Abstract: Il settore delle piante officinali presenta uno sviluppo in espansione e un potenziale da sfruttare. La produzione nazionale soddisfa solo una piccola parte del fabbisogno, mentre buona parte del prodotto proviene da Paesi terzi. Le produzioni nazionali di piante officinali possono essere competitive se si cura la qualità in tutte le fasi della filiera: dalla produzione alle aziende di trasformazione. Le nozioni di base per poter avviare le coltivazioni partono da una precisa conoscenza di quali specie coltivare, quali sistemi produttivi e tecnologie siano indispensabili, quale percorso produttivo porti al miglior prodotto finito, dall’impianto sino alla trasformazione. La consapevolezza dei produttori e degli aspiranti tali di quali siano gli standard specifici richiesti dal mercato è una buona leva per una crescita tecnico-qualitativa di tutto il comparto.

·       Sansanelli, S., Ferri, M., Salinitro, M. et al. (2017), Ethnobotanical survey of wild food plants traditionally collected and consumed in the Middle Agri Valley (Basilicata region, southern Italy). J Ethnobiology Ethnomedicine 13, 50. https://doi.org/10.1186/s13002-017-0177-4

Abstract: Premessa: Questa ricerca è stata condotta in un’area scarsamente popolata della Media Val d’Agri (Basilicata, Italia meridionale). Lo scopo dello studio era quello di registrare le conoscenze locali sugli usi tradizionali delle piante alimentari selvatiche, nonché di raccogliere informazioni sulle pratiche (raccolta, lavorazione e cottura) e sugli usi medicinali relativi a queste piante. Metodi: Cinquantotto persone ancora in possesso di conoscenze tradizionali locali (TLK), 74% donne e 26% uomini, sono state intervistate tra maggio-agosto 2012 e gennaio 2013, utilizzando interviste etnobotaniche aperte e semi-strutturate. Per ogni specie vegetale descritta sono stati registrati la famiglia botanica, i nomi comuni e popolari italiani, le parti della pianta utilizzate, la preparazione culinaria e, quando presente, l’uso medicinale, ed è stato determinato l’indice di frequenza relativa delle citazioni (RFC). Risultati: Le 52 specie vegetali citate dagli intervistati appartengono a 23 famiglie botaniche, con Asteraceae (12 piante) e Rosaceae (7 piante) che sono state citate più frequentemente. La specie con il più alto indice RFC è Cichorium intybus L. (0,95), seguita da Sonchus spp. (S. oleraceus L., S. asper L. e S. arvensis L.) (0,76). Le parti della pianta utilizzate di preferenza sono le foglie (22 piante), i frutti (12) e i fusti (7). Solo sei piante selvatiche sono state indicate come aventi sia uso alimentare che effetto terapeutico. Conclusioni: L’indagine condotta sull’uso tradizionale delle piante alimentari selvatiche nella Media Val d’Agri ha rivelato che questo patrimonio culturale è solo parzialmente conservato dalla popolazione. Negli ultimi decenni, infatti, queste conoscenze stanno rapidamente scomparendo insieme alla popolazione e, anche nel contesto rurale dell’area di studio, sono sempre meno tramandate alle nuove generazioni. Tuttavia, i dati hanno anche rivelato che l’uso delle piante selvatiche viene recentemente rivalutato in modo strettamente legato alle abitudini e alle tradizioni locali.

  • Máthé A. (ed.). (2015). Medicinal and aromatic plants of the world: scientific, production, commercial and utilization aspects. Dordrecht (Pays-Bas): Springer. 460 p. (Medicinal and Aromatic Plants of the World)https://www.researchgate.net/publication/321572256…

    Abstract: Le piante officinali e aromatiche (MAP secondo l’acronimo inglese) hanno accompagnato l’umanità fin dalle sue origini. Il loro utilizzo si è co-evoluto con l’homo sapiens stesso. L’evoluzione ha portato a un profondo aumento delle nostre conoscenze scientifiche su queste specie, tanto che, ad oggi, trovano impiego in molti aspetti della nostra vita (ad esempio, prodotti farmaceutici, additivi per mangimi e alimenti, cosmetici, ecc.). Oggi, nonostante il nuovo rinascimento dell’uso delle MAP, circa l’80% della popolazione mondiale si affida a sostanze naturali di origine vegetale, la maggior parte delle quali proviene dallo stato selvatico. Questo enorme aumento della domanda ha gravato sulle risorse naturali di MAP mettendo in pericolo la loro esistenza. Il primo volume della serie Medicinal Plants of the World riassumerà brevemente le più importanti conoscenze scientifiche attuali sull’approvvigionamento sostenibile di prodotti botanici provenienti sia dalla coltivazione che dall’estrazione selvatica. In questi 21 capitoli, eminenti ricercatori sull’argomento riassumeranno le più recenti conoscenze scientifiche provenienti dalle più svariate discipline scientifiche coinvolte: botanica, fitochimica, selezione vegetale, biotecnologia, agrotecnologia, meccanizzazione ed economia. I singoli capitoli tratteranno gli aspetti essenziali dell’utilizzo fitomedico, nonché l’utilizzo sotto forma di additivi per mangimi. Il volume si conclude con un capitolo sulle MAP velenose presenti nelle nostre case, negli uffici e nei moderni ambienti quotidiani. L’obiettivo di questo volume è quello di offrire informazioni scientifiche di base sulle MAP. Inoltre, consentirà ai lettori dei volumi successivi di interpretare gli altri volumi della serie, che tratteranno importanti caratteristiche delle MAP selvatiche e coltivate delle diverse regioni geografiche e climatiche del mondo. La collana vuole quindi essere una raccolta di informazioni aggiornate sulla nostra ricchezza globale di piante officinali e aromatiche, sulla base delle quali le MAP saranno raccolte, coltivate, commercializzate e utilizzate in modo sostenibile.

·       Colombo M.L., Manzo A., (2014), La filiera delle piante officinali. Editore Universitalia. https://www.universitaliasrl.it/editore-universitalia/3025-la-filiera…

Abstract: L’idea di un Tavolo di filiera delle piante officinali è nata dall’esigenza di un “censimento” per conoscere la diffusione e il peso economico di queste colture, definite, a torto o a ragione “minor crops”. L’uso delle piante in Italia ha una tradizione millenaria. La sua collocazione centro-mediterranea e di conseguenza la varietà di ambienti presenti, la vicinanza con il continente africano, la presenza di grandi e piccole isole, la storia geologica, biogeografica del territorio hanno fatto sì che nel nostro Paese si verificassero le condizioni necessarie ad ospitare un grande numero di specie animali e vegetali. Il nostro patrimonio di biodiversità è tra i più significativi: in Italia sono presenti oltre 1/3 delle specie animali e quasi il 50% della flora europea su una superficie di circa 1/30 di quella del continente. Questa ricchezza ha trovato corrispondenza in un uso pressoché ubiquitario delle piante officinali, infatti oggi trovano impiego come alimenti, in particolare integratori alimentari, come prodotti quali farmaci, cosmetici o dispositivi medici, mangimi per animali o prodotti per la casa.

·       Milesi Ferretti G., Milesi Ferretti L. M., (2010), La coltivazione delle piante aromatiche e medicinali. Edagricole – New Business Media. ISBN: 978-88-506-4712-5. https://shop.newbusinessmedia.it/products/la-coltivazione…

Abstract: Il manuale fornisce da sempre un contributo serio e approfondito per una completa conoscenza delle tecniche colturali delle piante aromatiche e medicinali. Questa edizione affronta inoltre la delicata questione del collocamento dei prodotti, reso sempre più difficile dalla globalizzazione del mercato erboristico e dei derivati delle piante.

·       Lodi G., (2001), Piante officinali italiane, il “nuovo Lodi”. Più di 500 piante officinali italiane ed esotiche illustrate e trattate analiticamente. Edagricole – New Business Media. ISBN: 978-88-506-0081-6. https://www.tecnichenuove.com/prodotto/piante-officinali-italiane-il-nuovo-lodi/

Abstract: Nuova edizione di un volume pubblicato la prima volta nel 1941 ad opera del prof. Giuseppe Lodi e diventato nel tempo una vera ‘bibbia’ delle piante officinali in Italia. I ‘discepoli’ di Lodi, coordinati da Francesco Corbetta, hanno ritenuto fosse giunto il momento di modificare e ampliare l’opera, cercando però, dove possibile, di conservarne religiosamente lo spirito. I principali ampliamenti riguardano i capitoli relativi a citologia ed istologia, i cenni di fisiologia, i vegetali inferiori e, di ogni pianta officinale presa in esame, i capitoli dedicati ai contenuti chimici e alla loro azione farmacologica.

·       Tsivelika, N., Sarrou, E., Gusheva, K., Pankou, C., Koutsos, T., Chatzopoulou, P., & Mavromatis, A. (2018). Phenotypic variation of wild Chamomile (Matricaria chamomilla L.) populations and their evaluation for medicinally important essential oil. Biochemical Systematics and Ecology, 80, 21-28. https://www.cabidigitallibrary.org/doi/full/10.5555/20183330485

Abstract: In questo studio è stata analizzata la variabilità fenotipica e chemiotipica delle popolazioni di camomilla native della Grecia, con l’obiettivo di selezionare quelle più adatte alla produzione di olio essenziale di alta qualità. A tal fine, sono state studiate undici popolazioni di camomilla autoctone per quanto riguarda i principali costituenti dell’olio essenziale (a-bisabololo e camazulene) ed è stato avviato un esperimento di valutazione pre-breeding, che ha avuto come obiettivo principale la composizione dell’olio essenziale e i tratti agronomici. Le due popolazioni più significative sono state ulteriormente valutate, rispetto a cinque varietà commerciali di camomilla, attraverso una disposizione a nido d’ape in campo. I risultati hanno mostrato che le popolazioni autoctone sono state classificate a livelli inferiori per quanto riguarda i tratti morfologici e agronomici; tuttavia, hanno mostrato un’elevata stabilità per le caratteristiche agronomiche valutate, rispetto a quelle delle varietà commerciali. Inoltre, l’olio essenziale del germoplasma autoctono selezionato ha rivelato valori fino al 32,6% per l’a-bisabololo e al 15,3% per il camazulene, avvicinandosi o addirittura superando i valori corrispondenti della maggior parte delle varietà commerciali. In base a questi risultati si può concludere che un germoplasma autoctono promettente può essere sfruttato per ulteriori scopi di selezione, per produrre una nuova cultivar con una composizione di olio essenziale importante dal punto di vista medico.

·       Sarrou, E., Tsivelika, N., Chatzopoulou, P., Tsakalidis, G., Menexes, G., & Mavromatis, A. (2017). Conventional breeding of Greek oregano (Origanum vulgare ssp. hirtum) and development of improved cultivars for yield potential and essential oil quality. Euphytica, 213, 104. https://www.researchgate.net/publication/315670428…

Abstract: Questo studio è un tentativo di descrivere un programma di selezione convenzionale sull’origano greco (Origanum vulgare ssp. hirtum). Innanzitutto, è stata sviluppata una lista di descrittori che include i tratti morfologici più significativi per il materiale genetico di partenza. Il programma mirava a selezionare le piante autoctone d’élite ottenute dalla popolazione iniziale proveniente dall’isola di Samothraki, allo scopo di generare l’ideotipo di una nuova cultivar, caratterizzata da tratti agronomici e proprietà qualitative desiderabili. Pertanto, è stato applicato un metodo di intraselezione dei pedigree, basato su prestazioni di singole piante ampiamente distanziate attraverso una disposizione a nido d’ape. La variabilità genetica/fenotipica esistente delle piante e delle famiglie prodotte dopo la selezione è stata valutata per la crescita e la densità di biomassa delle piante, il tipo di steli e di infiorescenze e le loro componenti del potenziale di resa. Inoltre, è stato valutato l’effetto della modalità di impollinazione sulle prestazioni delle piante di due tipi di famiglie ottenute da autoimpollinazione (SP) e impollinazione aperta (OP). La valutazione delle componenti del potenziale di resa, la composizione dell’olio essenziale e il contenuto di carvacrolo, è stata rilevata nelle piante autoselezionate, rivelando genotipi con un elevato potenziale di resa. L’obiettivo di questo programma di selezione era la selezione di un elevato contenuto di olio essenziale e carvacrolo e la stabilizzazione dei preziosi componenti dell’erba. I principali criteri di selezione, ovvero l’elevato contenuto di carvacrolo e di olio essenziale, il peso secco di foglie e fiori, il rapporto tra foglie e fiori per stelo, sono stati sottoposti ad analisi statistica utilizzando l’Analytic Hierarchy Process e le piante sono state classificate in base alle loro prestazioni. Lo scopo finale di questa ricerca è stato quello di ricombinare o addirittura migliorare la popolazione di partenza della popolazione locale di origano greco, in base al contenuto medio di olio essenziale e carvacrolo, alla produzione di biomassa e all’uniformità nelle componenti desiderabili della resa, utilizzando strumenti efficienti di selezione e statistica.

·       Sarrou, E., Ganopoulos, I., Xanthopoulou, A., Masuero, D., Martens, S., Madesis, P., Mavromatis A. & Chatzopoulou, P. (2017). Genetic diversity and metabolic profile of Salvia officinalis populations: implications for advanced breeding strategies. Planta, 246, 201-215. https://link.springer.com/article/10.1007/s00425-017-2666-z

Abstract: Come risultato di questo lavoro, siamo riusciti a caratterizzare sette popolazioni indigene greche di Salvia officinalis utilizzando strumenti genetici e metabolomici. Questi strumenti possono essere utilizzati per selezionare i genotipi più promettenti, in grado di progettare futuri programmi di selezione per varietà di alto valore. È stata condotta un’indagine iniziale per confrontare la diversità genetica e metabolica in S. officinalis coltivata in Grecia e per discernere la relazione tra le due serie di dati. L’analisi delle ripetizioni di sequenza intersimile (ISSR) ha rivelato differenze genetiche significative tra sette popolazioni di salvia, che sono state raggruppate in tre cluster principali secondo un dendrogramma UPGMA basato sui dati ISSR e l’analisi delle coordinate principali. Sono stati individuati 80 loci, di cui fino al 90% polimorfici a livello di specie. In base alla composizione dell’olio essenziale, le popolazioni sono state classificate in due chemiotipi: 1,8 cineole/α-thujone e α-thujone/1,8 cineole. Inoltre, è stato utilizzato un metodo mirato di cromatografia liquida a ultra prestazione (UPLC-MS/MS) per qualificare e quantificare i composti fenolici negli estratti metanolici dei sette genotipi di salvia, che sono stati suddivisi in sei cluster tra le popolazioni di salvia. I principali composti che caratterizzano i sette genotipi sono l’acido rosmarinico e il carnosolo, seguiti dall’apigenina-7-O-glucoside (Ap7glc) e dalla luteolina-7-O-glucoside (Lu7glc). La correlazione tra le matrici ottenute dai dati ISSR e i profili metabolici è risultata non significativa. Tuttavia, sulla base delle differenze nell’impronta metabolica, abbiamo cercato di definire popolazioni utilizzando come criteri di selezione principali l’alto contenuto di polifenoli e la composizione desiderata dell’olio essenziale, utilizzando strumenti analitici all’avanguardia per l’identificazione di linee parentali per i programmi di riproduzione.

·       Sarrou E., Doukidou L., Avramidou E.V., Martens S., Angeli A., Stagiopoulou R., Fyllas N.M., Tourvas N., Abraham E., Maloupa E., Nianiou-Obeidat I., Ganopoulos I., Krigas N., (2022), Chemodiversity is closely linked to genetic and environmental diversity: Insights into the endangered populations of the local endemic plant Sideritis euboea Heldr. of Evia Island (Greece), Journal of Applied Research on Medicinal and Aromatic Plants, Volume 31. https://doi.org/10.1016/j.jarmap.2022.100426. (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214786122000584)

Abstract: La Sideritis euboea è una specie medicinale perenne, endemica delle aree montuose dell’isola di Eubea centrale e meridionale (Grecia), con popolazioni isolate a rischio di estinzione. In questo contesto, è stata condotta un’indagine genetica e fitochimica per valutare lo stato attuale della diversità inter- e intra-popolazione di S. euboea in tre aree montuose (Dirfis, Xerovouni, Ochi) dell’Eubea, mentre i dati di presenza sono stati utilizzati per definire i requisiti climatici specifici della specie e per simulare l’idoneità dell’habitat. La nostra analisi ha rivelato differenze tra le popolazioni per quanto riguarda il polimorfismo e l’omogeneità genetica, risultando in un chiaro raggruppamento delle tre popolazioni principali sulla base dell’analisi PCA. È stata identificata una commistione di individui tra popolazioni distanti, indicando un possibile flusso genico tra di esse. L’analisi fitochimica ha rivelato differenze significative per quanto riguarda il contenuto di metaboliti polifenolici specie-specifici, in particolare isoscutellareina e derivati dell’ipolaetina; in base all’analisi PCA dell’andamento cumulativo dei gruppi polifenolici, due popolazioni sono risultate più distinte, mentre i diversi gruppi funzionali di metaboliti hanno potuto determinare un raggruppamento più chiaro. L’analisi del profilo ecologico ha rivelato che le popolazioni di S. euboea più diversificate in termini di genetica e di gruppi polifenolici cumulativi si trovano in condizioni relativamente più umide, con una temperatura annuale più bassa e precipitazioni annuali più elevate. I risultati qui riportati supportano il clima distinto negli habitat delle principali popolazioni di S. euboea delle tre montagne, suggerendo che tutte e tre le popolazioni dovrebbero essere considerate come unità distinte per la gestione della conservazione, con la popolazione del Monte Ochi come prima priorità.

·       Skoufogianni E., Solomou A.D., Danalatos N.G. (2019), Ecology, Cultivation and Utilization of the Aromatic Greek Oregano (Origanum vulgare L.): A Review. Notulae botanicae horti agrobotanici cluj-napoca. Vol. 47 No.3. DOI: https://doi.org/10.15835/nbha47311296

Abstract: Le piante medicinali e aromatiche rappresentano una parte stabile del patrimonio di biodiversità naturale di molti Paesi del mondo. La presente rassegna si concentra sull’origano (Origanum vulgare L.; famiglia delle Lamiaceae), un’erba endemica della Grecia che costituisce una delle più note piante aromatiche e medicinali originarie della regione mediterranea. In particolare, l’origano è una pianta perenne sempreverde, ricca di composti naturali, che ha ricevuto una crescente attenzione negli ultimi anni per una vasta gamma di usi. Le foglie secche e le infiorescenze di origano in miscela sono utilizzate come alimento per uomini e animali, estremamente ricco di proprietà antiossidanti. Inoltre, il suo olio essenziale è ricco di carvacrolo, timolo, c-terpinene e p-cimene e viene utilizzato per numerosi scopi medicinali, ad esempio per inibire la produzione di tossine microbiche e fungine e per le note proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antiartritiche, antiallergiche, anticancerogene, antidiabetiche, cardioprotettive, gastroprotettive, epatoprotettive e neuroprotettive. Grazie alla sua perfetta qualità e all’elevata concentrazione di olio essenziale, l’origano greco (O. vulgare ssp. hirtum) è considerato tra i migliori al mondo e sta guadagnando popolarità nei mercati globali per le applicazioni dell’industria alimentare. Di conseguenza, l’origano potrebbe essere considerato un importante prodotto a basso input e rispettoso dell’ambiente per la coltivazione estensiva in Grecia. La presente rassegna riassume l’origine, la morfologia, l’ecologia e l’utilizzo di questa pianta. Nonostante l’ampia letteratura disponibile sull’uso della biomassa e dell’olio essenziale di origano, esistono solo pochi rapporti sulla coltivazione di questa pianta. Pertanto, la presente rassegna è incentrata anche sulle pratiche colturali e sull’importanza della coltivazione e dell’utilizzo dell’Origanum vulgare L. in Grecia e, in generale, nella regione mediterranea nel prossimo futuro, in quanto costituisce una specie vegetale con un elevato valore medico, economico e ambientale.

·       Dajić Stevanović, Z., Petrović, M., Aćić, S. (2014). Ethnobotanical Knowledge and Traditional Use of Plants in Serbia in Relation to Sustainable Rural Development. In: Pieroni, A., Quave, C. (eds) Ethnobotany and Biocultural Diversities in the Balkans. Springer, New York, NY. https://doi.org/10.1007/978-1-4939-1492-0_12

Abstract: Nella tradizione popolare serba, centinaia di piante sono state utilizzate per secoli come cibo, bevande, medicine, coloranti naturali, additivi naturali e conservanti alimentari, per tessuti e fibre, ripari e combustibili, oltre che per usi tradizionali, scopi religiosi e magia. Nonostante siano spesso trattate come un problema per l’economia nazionale, le aree rurali della Serbia rappresentano in realtà un enorme potenziale, in particolare per quanto riguarda la ricchezza di risorse naturali, ovvero la (agro)biodiversità, nonché il patrimonio culturale e tradizionale e le relative conoscenze etnobotaniche. La storia della cultura della salute dei Paesi balcanici è molto complessa e interessante. La lunghissima tradizione dell’uso curativo e profilattico delle erbe medicinali è citata nei testi di medicina popolare di autori noti e non. Gli Antichi Serbi avevano un culto molto sviluppato dedicato a determinati alberi e piante, in cui molte usanze sono rimaste in vigore ancora oggi. In questa sede, discutiamo le varietà più interessanti, antiche e autoctone di cereali, ortaggi e frutta che vengono utilizzate ancora oggi nella cucina tradizionale serba. Seguono una breve rassegna delle erbe officinali più utilizzate nella medicina popolare serba e una descrizione di alcune delle piante magiche meglio descritte, tra cui quercia, basilico, ortica, assenzio, tiglio, biancospino, nocciolo e laserwort.

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